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RELAZIONE TECNICA E DESCRITTIVA

Premessa

Il recupero del capannone industriale Ex Reparto Sbavatura – Fonderia Ghisa interno all'area delle ex Officine Reggiane per collocarvi il Polo tecnologico e dell'innovazione, nell'ambito del Masterplan "Area Reggiane", è un intervento programmato dall'Amministrazione Comunale per un importo complessivo pari a € 5.500.000,00 così ripartiti:

Contributo Regione Emilia-Romagna € 2.400.000,00 43,64%

Risorse a carico del soggetto beneficiario € 3.100.000,00 56,36

Totale € 5.500.000,00 100%


Il Quadro Economico Del Progetto È Così Composto:
Quadro Economico Riqualificazione Capannone 19_ Ex Officine Reggiane
Opere In Appalto
Lavori Edili € 2.790.000,00
Lavori Impianti Termomeccanici € 700.000,00
Lavori Impianti Elettrici E Speciali € 700.000,00
Opere Per La Sicurezza € 110.000,00
Totale Opere In Appalto A) € 4.300.000,00
Opere Di Bonifica
Lavori Di Bonifica € 200.000,00
Totale Opere In Appalto B) € 200.000,00
Totale Opere In Appalto A+ B) € 4.500.000,00
Somme A Disposizione
Iva 10% € 450.000,00
Spese Tecniche (Iva Inclusa E Contributi) € 400.000,00
Incentivo Art 92 C. 5 Codice Contratti € 21.000,00
Imprevisti, Allacciamenti, Forniture € 129.000,00
Totale Somme C) € 1.000.000,00
Totale Complessivo € 5.500.000,00

L'edificio è censito al foglio 136 mappale 22 del NCEU del Comune di Reggio Emilia ed è di proprietà dell'Amministrazione Comunale.

L'area delle ex Officine Reggiane è stata oggetto di una serie articolata di analisi, che hanno delineato le sue possibilità di sviluppo e le sinergie innescabili con il contorno, secondo diversi temi e diverse scale di riferimento, arrivando a produrre all'interno del nuovo PSC_(Poli funzionali P4.1a), un capitolo specifico nel quale sono anticipate le necessarie indicazioni infrastrutturali ed urbanistiche del contesto territoriale sulla base delle quali il Comune di Reggio Emilia svilupperà un Programma di Riqualificazione Urbana per il recupero della suddetta area. Il progetto di ristrutturazione e recupero del Capannone 19 Ex Reparto Sbavatura per collocarvi il Polo tecnologico e dell'innovazione è subordinato all'acquisizione di finanziamenti regionali collegati al programma POR FESR 2007-2013 Asse 1 Attività I.1.1. della Regione Emilia Romagna che attengono alla realizzazione di progetti ad "alto contenuto tecnologico e di sostegno all'innovazione", pertanto diviene essenziale anticipare l'esecuzione dell'intervento sul Capannone 19 indipendentemente dall'approvazione del P.R.U. relativo alla riqualificazione dell'Area "Officine Reggiane".

Percorso procedimentale condiviso

- In data 01-02-2006, con propria deliberazione P.G. n. 1827/23, si è provveduto a prendere atto della formalizzazione del protocollo d'intesa tra il Comune di Reggio Emilia, la Provincia di Reggio Emilia, la Fantuzzi Reggiane S.P.A. e la Fantuzzi Immobiliare S.P.A. ove gli attori dell'accordo si sono impegnati a collaborare ed intraprendere tutte le azioni necessarie per addivenire alla trasformazione dell'area delle Ex "Officine Reggiane", sulla base di un masterplan da redigersi per la di riqualificazione dell'area in oggetto.

- con propria Deliberazione n. 10494/150 del 30.05.2007, si è approvato il "Masterplan" relativo all'ambito di riqualificazione urbana dell'area delle "Officine Reggiane", previsto dall'art. 5 del suddetto Protocollo d' Intesa.

- la Regione Emilia-Romagna con la propria Legge Regionale n. 7/2002, ha dato corso a Programmi per la ricerca, l'innovazione e il trasferimento tecnologico, e contestualmente ad una cooperazione con le Università e gli Enti di ricerca operanti in regione – come sopra indicati - per uno sviluppo coordinato di iniziative dedicate specificatamente alla ricerca di interesse industriale e al trasferimento tecnologico;

- il Programma Operativo Regionale del Fondo europeo di sviluppo regionale 2007-2013, approvato con Decisione C(2007) 3875 del 7 agosto 2007 dalla Commissione europea (POR FESR 2007-2013), mette a disposizione importanti risorse finanziarie, finalizzate a concretizzare a livello regionale obiettivi di crescita della spesa in ricerca e sviluppo, di creazione della società della conoscenza e di affermazione di condizioni diffuse di sviluppo sostenibile tali da collocare l'Emilia-Romagna nel contesto delle regioni europee di eccellenza;

- il POR si articola in diversi obiettivi specifici di fondamentale importanza per l'economia e la società regionale, tra i quali spicca l'obiettivo Competitività Regionale e Occupazione, per il rafforzamento della rete della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico come fattori fondamentali per la competitività. L'Asse intende rafforzare ed ulteriormente sviluppare la Rete Alta Tecnologia e la sua connessione con il sistema produttivo, favorendo i processi di integrazione fra le strutture di ricerca industriale e le imprese;

- in particolare, l'asse 1 . Attività I.1.1., ha avviato un programma volto al consolidamento della rete regionale dell'alta tecnologia attraverso la creazione di Tecnopoli per la competitività sul territorio regionale;

- la configurazione dei Tecnopoli nell'ambito del sistema regionale è costituita da: a) perimetri, che contengono e danno forma stabile alla rete regionale della ricerca; b) modalità organizzative, che potenziano l'aggregazione e le relazioni fra i diversi soggetti coinvolti nella rete e che aumentano il potere attrattivo della rete nei confronti dei soggetti e delle risorse esterne; c) funzioni, che vengono ricondotte ad un unico perimetro facilmente identificabile per migliorare la capacità di intercettazione della domanda di ricerca; d) ambiti di ricerca e di trasferimento tecnologico, individuati nell'ambito delle Piattaforme Tecnologiche su cui verte il menu delle attività e dei servizi erogati dai Tecnopoli;

- il programma suddetto ha l'obiettivo di dare continuità alla rete di strutture di ricerca industriale e trasferimento tecnologico avviate con il Programma Regionale per la Ricerca Industriale, l'Innovazione e il Trasferimento Tecnologico (bandi del 2004 e del 2007), di incrementare l'offerta di ricerca industriale per le imprese attraverso l'avvio di ulteriori strutture destinate a far parte della rete, ed infine, di realizzare e organizzare luoghi dedicati ad ospitarle materialmente;

- con propria deliberazione P.G. n. 1539/14 del 30-01-2008 si provvedeva ad approvare il Progetto Preliminare del 1° Stralcio dei lavori relativi al Capannone ex Reggiane per la realizzazione di un Polo Tecnologico e dell'Innovazione, per una presunta spesa di € 2.000.000,00 (IVA compresa).

- con DGR n. 736 del 19 maggio 2008 la Regione ha approvato le Linee guida per l'attuazione dell'attività per la creazione dei Tecnopoli, e contestualmente approvato un invito a presentare manifestazioni di interesse per la realizzazione degli stessi, rivolto alle università ed enti di ricerca operanti sul territorio regionale, anche in partenariato con gli enti locali;

- in data 30 gennaio 2009 è stata presentata la manifestazione di interesse per il progetto di Tecnopolo di Reggio Emilia, sottoscritta da Comune di Reggio Emilia, Provincia di Reggio Emilia, Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Camera di Commercio di Reggio Emilia;

- la manifestazione di interesse suddetta si suddivide in due parti: Parte A. Realizzazione dell'infrastruttura del tecnopolo, la cui sede è stata individuata all'interno del Capannone 19 delle Officine Reggiane; Parte B. Programma di ricerca industriale, sviluppo sperimentale e trasferimento tecnologico del tecnopolo. Come aree tematiche (Piattaforme tecnologiche) sono state individuate: 1) Meccatronica. Priorità. 2) Risparmio energetico nell'edilizia e agroalimentare;

- con delibera di Consiglio Comunale PG 4130/73 del 16 marzo 2009 il Comune di Reggio Emilia ha fatto proprio l'atto di intesa siglato in data 23 dicembre 2008 tra Comune di Reggio Emilia e Fantuzzi Immobiliare spa, avente valore di preliminare di compravendita, disciplinante la cessione anticipata e gratuita al Comune di Reggio Emilia, sulla base di un PRU, del capannone 19 dell'area ex Officine Reggiane;

- il capannone 19 dell'area ex Officine Reggiane fa parte della più ampia area di cessione del masterplan approvato dall'Amministrazione Comunale, definito quale base di riferimento imprescindibile per il PRU dell'Area Officine Reggiane. La ristrutturazione del Capannone 19 per insediare il Tecnopolo si configura come primo intervento pubblico per un programma più ampio di sviluppo ed insediamento di nuove funzioni strategiche anche a carattere privato legate all'innovazione e alla ricerca; il sistema Tecnopolo di Reggio Emilia/Capannone 19, Centro Malaguzzi, riqualificazione Piazzale Europa si presenta come un ambito di eccellenza legato alle politiche della conoscenza, della ricerca e dell'innovazione;

- con propria deliberazione P.G. n. 26132/331 del 25/11/2009 è stato approvato lo schema di atto di intesa tra Regione-Emilia Romagna, comuni di Modena e Reggio Emilia, unione dei Comuni Terre dei Castelli, per la partecipazione alla realizzazione di un tecnopolo di attività di ricerca industriale nell'ambito della rete alta tecnologia, organizzata in ASTER, Associazione Scienza e Tecnologia dell'Emilia Romagna; l'accordo è stato sottoscritto il 16/12/2009 e prevede tra l'altro:

- l'impegno del Comune di Reggio Emilia a realizzare e a mettere a disposizione dell'Università di Modena e Reggio Emilia i laboratori individuati dall'accordo stesso, nell'area Ex Officine Reggiane, secondo le modalità ivi indicate;

- la partecipazione al finanziamento dell'intervento di realizzazione del Tecnopolo nell'area in questione, con risorse al carico del Comune e della Regione, sulla base di un quadro finanziario presunto dell'intervento di ristrutturazione del capannone n. 19 (allegato B.2) ammontante ad € 5.500.000,00 di cui € 2.400.000, a carico della Regione ed € 3.100.000,00 a carico del Comune.

- la partecipazione finanziaria della Regione al finanziamento dell'opera sarà disciplinata da apposita convenzione, atta a stabilire, tra l'altro, i reciprochi obblighi in ordine alla rendicontazione delle spese ed all'erogazione del contributo; lo schema di convenzione è stato approvato dalla Regione con provvedimento della Giunta Regionale n. 89 del 25/01/2010

- Con propria deliberazione P.G. n. 689 del 26/01/2010 si provvedeva alla riapprovazione, con modifiche, del progetto preliminare per la riqualificazione architettonica e funzionale del Capannone 19 dell'area "Ex Officine Reggiane" da destinare a Tecnopolo per la ricerca industriale

- L'08/07/2010, con atto di rogito a ministero del Dott. Gianluigi Martini, notaio in Reggiolo, si provvedeva al perfezionamento dell'acquisizione gratuita da parte del Comune di Reggio Emilia del capannone n. 19 sito nel complesso "Ex Officine Reggiane", ai sensi di quanto previsto dagli artt. C e segg. dell'atto di novazione 23/06/2010 rep. n. 55685 dell'accordo già siglato il 23 dicembre 2008 tra Fantuzzi Immobiliare s.p.a. e Comune di Reggio Emilia;

- A seguito di procedura negoziata indetta con determinazione P.G. n° 3197 del 19/02/2010, con determinazione dirigenziale P.G. 8426 dell'24/04/2010 si approvava il verbale della procedura negoziata stessa, aggiudicando in via definitiva all'A.T.I. Arch. Andrea Oliva (in qualità di capogruppo mandatario) in associazione con Studio Alfa di Carretti Mauro (in qualità di mandante) la progettazione definitiva di cui trattasi.

- Con lettera P.S. n. 228/2010 del 18 giugno 2010 veniva indetta conferenza di servizi ai sensi dell'art. 14 comma 1 e 14 bis– comma 2 della legge 241/90 e s.m. e i., convocando per il giorno 9 luglio 2010 i seguenti Enti, preposti all'espressione dei pareri di legge sul progetto definitivo:

Agenzia Regionale Prevenzione e Ambiente _ Emilia Romagna, AUSL _ Dipartimento di Sanità Pubblica, Comando Provinciale VV.FF., ENIA s.p.a., Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio per le Province di Bologna, Modena e Reggio Emilia

- i lavori sono da realizzare in fabbricato di proprietà comunale;

- l'aliquota IVA da applicarsi alle opere di cui trattasi è il 10%, in quanto trattasi di lavori di restauro, consolidamento e risanamento conservativo rientranti nella fattispecie di cui all'art.31, lettera c), della legge 457/78;

- ai sensi dell'art.2 comma 60 p.to 16 della legge 662/96, il progetto definitivo è stato redatto in conformità alle vigenti prescrizioni urbanistiche ed edilizie, nonché alle norme igienico sanitarie e in materia di prevenzione incendi;

- sul progetto definitivo in oggetto sono stati chiamati ad esprimesi i soggetti futuri fruitori della struttura:

CRPA (parere del 02/08/2010 prot. n. 1032), Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia (parere del 28/09/2010 prot. n. 19315), Reggio Emilia Innovazione (parere del 27/07/2010):

i quali hanno formulato parere favorevole, richiedendo l'inserimento in progetto di alcune prescrizioni tecniche, necessarie e funzionali all'attività istituzionale di detti soggetti, alle quali il progetto è stato tempestivamente aggiornato, e successivamente inviato per l'acquisizione dei pareri autorizzatori previsti dalle vigenti normative in materia, a:

- AUSL – Dipartimento di Sanità Pubblica, Commissione nuovi insediamenti produttivi: autorizzazione del 07/02/2011 prot. n. 12492, alle condizioni ivi esplicitate;

- ARPA Sezione Provinciale di Reggio Emilia: autorizzazione del 08/02/2011 prot. n. PGRE/2011/1105 alle condizioni ivi esplicitate;

- Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici dell'Emilia Romagna: autorizzazione Prot. n. 3420 del 09/03/2011.

- Commissione per la Qualità Architettonica e per il Paesaggio: parere favorevole del 16/06/2010 verbale n. 15.

- il Comando Provinciale Vigili del Fuoco con propria nota prot. n. 0001605 del 15/02/2011 ha dichiarato la non necessità di espressione del parere preventivo di conformità, in ragione alla tipologia di attività di destinazione ed alla frequenza degli utenti prevista;

- Ai fini del rilascio delle proprie autorizzazioni, AUSL, ARPA e Soprintendenza hanno prescritto integrazioni e modifiche progettuali che non hanno interferito con l'applicazione delle prescrizioni già effettuata per conto dei fruitori finali della struttura

- l'intervento di cui trattasi é previsto nel Programma Triennale 2011/2013, sul Bilancio per l'esercizio 2011, con il codice obiettivo L_68001.

- in data 08/04/2011, come consta da verbale in atti al n. 88/2011 di P.S., presso la sede municipale, il progetto definitivo approvato dagli Enti preposti al rilascio delle autorizzazioni, è stato illustrato ai Soggetti fruitori, i quali hanno unanimemente sottoscritto il verbale di presa visione, corredato delle superfici di assegnazione della struttura per ciascun utente.

- Con deliberazione di G.C. con P.G. n. 6964 del 15/04/2011 si è approvato il progetto defintivo.

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Inquadramento storico

Le "Officine Reggiane", con il quartiere Santa Croce, sono una pietra miliare per la storia dell'industria come della città. L'area è un luogo della memoria, per le esperienze molteplici che l'hanno attraversata e per le aspettative, i timori e le speranze che il futuro dell'area sollecita nei cittadini di Reggio Emilia.

Nel 1901 le Officine Righi si insediano sull'area ancora periferica di Santa Croce, scelta per il facile raccordo con la stazione centrale delle Ferrovie dello Stato. Nel 1904 avviene poi la trasformazione in "Officine Meccaniche Reggiane", che si concentrano fin dai primi anni sulla produzione di materiale rotabile ferroviario.

Durante la prima guerra mondiale viene operata una riconversione in senso bellico: si fabbricano cannoni e ogive per proiettili. Alla metà degli anni Trenta, dopo diverse traversie nell'assetto proprietario e l'intervento diretto dello Stato (ricade sotto il neonato IRI), le "Reggiane" vengono inserite nel gruppo Caproni e danno vita ad un vastissimo reparto "Avio" (con accesso su via Agosti). Da qui escono diversi velivoli di guerra.

Sarà questo tipo di produzione bellica particolarmente apprezzata, ed anche temuta, a determinare la decisione degli Alleati di bombardare a tappeto l'area "Reggiane" — i reparti, la stazione e di conseguenza non pochi obiettivi civili — il 7 e 8 gennaio 1944.

Le officine Righi partirono con un primo contingente di 62 operai e si portarono nell'arco di qualche anno , come "OMI-Reggiane " sul migliaio di dipendenti. Nel primo conflitto mondiale, con la riconversione bellica, gli operai impiegati in fabbrica arrivarono ad essere cinquemila per diventare oltre gli undicimila tra il 1941 e il 1942. Ancora alla Liberazione, tra il 1945 e il 1950, i lavoratori sono tra i quattromila e i cinquemila. Tra il 1949 e il 1951, si attua la crisi dello stabilimento che si conclude, dopo una dura "lotta di classe", con il licenziamento di massa e la fine della storia "gloriosa" delle "Reggiane".

Dagli anni Cinquanta, gli stabilimenti di santa Croce hanno tuttavia continuato a produrre materiali ferroviari e grande impiantistica, prima con il gruppo a partecipazione statale EFIM e poi nel gruppo Fantuzzi.

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Mappa del 1956

Inquadramento territoriale

Il capannone industriale 19 Reparto Sbavatura ex- Fonderia della ghisa, oggetto del presente progetto, fa parte del complesso produttivo "Officine Reggiane" di proprietà della società Fantuzzi Immobiliare S.P.A., ubicato nella zona Nord-Est di Reggio Emilia, all'interno della ex VII Circoscrizione attuale circoscrizione Nord-Est, tra via Agosti, viale Ramazzini, viale del Partigiano e la Ferrovia Milano — Bologna.

Tale area, storica sede delle "Officine Reggiane", ha una estensione di circa 260.000 mq. in parte dismessa.

Dal punto di vista dell'inquadramento territoriale, l'area in oggetto presenta caratteristiche intrinseche (dimensioni e collocazione fisica) che unite ai presupposti strutturali (sistema della mobilità, sistema degli insediamenti urbani e dei servizi) del contesto urbano con cui si relaziona conferiscono alla stessa una elevata potenzialità di sviluppo.

All'interno della suddetta area industriale dismessa il lotto relativo all'immobile si colloca nella parte ovest del comparto e confina a ovest con piazzale Europa e lo svincolo di via Ramazzini, da cui lo separa il muro di cinta che racchiude tutta l'area delle Officine Reggiane.

Il capannone industriale 19 tra gli edifici dell'area Officine Reggiane è quello che si presta maggiormente ad essere oggetto di un primo intervento che anticipa la riqualificazione del resto in forma di piano di recupero urbanistico.

Inquadramento Urbanistico

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PRG 1999

Il capannone 19 Reparto Sbavature, oggetto dell'intervento in argomento, si colloca all'interno dell'area "Officine Reggiane", individuata alle tavole 18 e 24 del P.R.G. vigente.

L'intera area dell'ex Officine Reggiane è classificata dal Piano Regolatore Generale del 1999, attualmente in salvaguardia, come: Art. 44 Tessuto produttivo. Il capannone 19 Reparto Sbavature, oggetto del presente progetto, pur essendo quindi inquadrato urbanisticamente in un tessuto esistente a prevalente destinazione produttiva, artigianale e industriale ammette però la possibilità di una molteplicità di altri usi, quali ad esempio: terziario (U2/4), centri commerciali di vicinato (U2/2.1), attrezzature per lo spettacolo e il tempo libero (U2/9.2), centri congressi (U5/2) ecc.

La destinazione d'uso individuata da progetto per l'immobile è normata dall'art. 44.03. delle N.T.A. Del P.R.G come U2/4 Terziario diffuso: uffici e studi professionali, servizi alla persona, servizi per l'industria, la ricerca e il terziario collegato alla ricerca, magazzini, depositi.

Il P.R.G. riconosce altresì le potenzialità di sviluppo e la necessità di una riqualificazione dell'area ex Officine Reggiane prevedendo la possibilità di attivare uno specifico Programma di Riqualificazione Urbana ai sensi della LR 19/98. L'area infatti, è inserita all'interno di un Ambito di Riqualificazione Urbana denominato "Reggio Est" per il quale, tra le indicazioni programmatiche, si individua la possibilità di "recuperare e riusare le aree dismesse o/o sottoutilizzate delle officine Reggiane" (art. 58.04.05 delle NTA del PRG).

In tale scenario, considerata la S.f. = 9.705,35 mq e l'indice u.f. = 0,6 mq/mq si identifica una S.u. ai sensi del P.R.G. di 5823,21 mq. Il tipo di intervento di manutenzione qualitativa (Art. 10.02 NTA ) prevede nello specifico opere di ristrutturazione edilizia con ampliamento e restauro e risanamento conservativo che portano ad una S.u. Ad un incremento di 1.358,03 mq che dalla Su dello stato attuale di 2.371,50 mq porta la Su dello stato di progetto a 3.729,53 mq complessivi.

Le dotazioni di P1 di 600 mq (24 posti auto), di cui 8 eventualmente ricavati in prossimità all'edificio, sono già esistenti nell'ambito di progetto così come i P2 corrispondenti a 575 mq ossia a 23 posti auto.

Verificati sono altresì le superfici drenanti di 2000 mq (richiesti 712,37 mq da PRG) e le alberature per le quali si contano 25 esemplari esistenti, 10 di nuovo impianto e 12 arbusti (populus nigra var. italica, siepe autoctona)

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Il PSC

Il PSC, adottato ha recepito i contenuti del Masterplan relativo all'area ex Officine Reggiane e previsto per l'area delle ex officine reggiane funzioni e usi che consentono una riqualificazione dell'area in linea con le politiche di rigenerazione urbana e con gli accordi di programma intrapresi con Regione, Università e Provincia.

Scheda di sintesi delle previsioni del RUE

L'area è classificata come Polo Funzionale e descritta nella scheda di ambito PF4. Le destinazioni d'uso previste dalle norme di attuazione R.1 del RUE sono descritte nel CAPO 4.4, articolo 4.4.4. — Poli funzionali. "Gli usi consentiti sono: MO,MS,RE,DR,D. Per le parti già edificate dei poli funzionali esistenti, fino alla approvazione dell'Accordo territoriale, sono ammissibili tutti gli interventi consentiti dal PRG pre-vigente nonché tutti gli interventi previsti dal PUA, in Accordi di programma o in progetti di opere Pubbliche e private già approvati, o di cui sia stato avviato l'iter di approvazione..." L'intervento diretto sul capannone 19 è consentito dalle previsioni del RUE. In fase di salvaguardia ed in attesa di specifici strumenti di pianificazione e programmazione gli indici di riferimento rimangono quelli del PRG del 1999.

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Il Masterplan

"Nel corso del 2007 è stato approvato il masterplan relativo alla riqualificazione dell'Area ex-Officine Reggiane. Alcuni criteri di base hanno guidato l'elaborazione del masterplan:

- le scelte progettuali hanno come primo obiettivo la ricucitura delle relazione con le altre parti di città per risolvere la cesura storica della ferrovia, attraverso analisi e proposte per una nuova accessibilità e una nuova intermodalità, intesa anche in chiave di mobilità sostenibile, volta ad incentivare l'utilizzo del trasporto pubblico e dei mezzi ecologici;

- le politiche di rigenerazione urbana, con particolare attenzione alla memoria dei luoghi, alla valorizzazione di parte degli edifici esistenti, all'attenzione verso la nuova architettura e le tecniche costruttive ecocompatibili e a basso consumo energetico;

- la ridefinizione del significato e della percezione dell'area, tenendo conto del forte legame e del senso di appartenenza che lega la collettività alle Reggiane, confermati dalla partecipazione all'Open Day del 23 Ottobre 2006;

- le scelte funzionali che dovranno essere capaci di innescare processi di sviluppo sociale ed economico, con funzioni in grado di mantenere l'area vitale nell'intero arco della giornata.

Il magnete centrale della rigenerazione dell'area, sarà costituito dalla nascita del Polo Tecnologico dell'Innovazione, sede di progetti di eccellenza legati alla ricerca e all'innovazione del territorio reggiano, guardando anche a relazioni con partner e scenari internazionali.

Le nuove Reggiane dovranno comunicare un progetto ad alto contenuto tecnologico, generatore di una idea di innovazione e qualità diffusa, con forti predisposizioni alla ricerca, alla formazione, allo sviluppo della conoscenza.

L'accessibilità dovrà essere chiara ed efficace, con un sistema collocato all'interno delle reti nazionali e internazionali, ma rispettoso della qualità della vita e attento alle diverse forme di mobilità sostenibile, con la creazione di una nuova piattaforma logistica urbana e il rafforzamento dell'attuale area CIM/Parcheggio di Piazzale Europa.

L'idea che dovrà uscire dal progetto di riqualificazione, è quella di un luogo con funzioni fortemente diversificate, in grado di essere attivo sette giorni alla settimana per l'intera giornata, capace di attrarre giovani per le attività di studio e ricerca, per il tempo libero e la residenza."

Il progetto urbano dell'area "ex Reggiane" parte quindi dall'appropriarsi del significato e dell'identità espressa dalla memoria storica del luogo, per diventare un luogo della contemporaneità e del futuro sostenibile; avviando una riflessione orientata a immaginare il futuro dell'area in relazione al progetto di città futura e al significato che questo luogo può assumere per lo sviluppo dell'intera città.

È stata colta l'occasione anche per stabilire le premesse per lo sviluppo di future interazioni con gli altri poli d'eccellenza urbani e per rinnovare il modello di sviluppo reggiano verso uno standard di più elevata qualità, capace di indirizzare e sostenere processi di crescita e riqualificazione economica, di produzione di benessere diffuso, riqualificando l'ambiente e il paesaggio.

Infine è stata colta anche l'opportunità di valorizzare le interazioni culturali e di relazioni umane, individuali e collettive, riconoscendole quali elemento caratterizzante di un progetto che deve avere al centro anche il rafforzamento della coesione sociale, a partire dal significato e dalla storia del luogo.

La realizzazione del Polo Tecnologico previsto sull'area delle ex Officine Reggiane, con il coinvolgimento di vari portatori di interesse, compresa l'Università, trasforma l'intera area nord in un polo non solo ad alto contenuto tecnologico ma anche culturale mettendo in relazione i luoghi della cultura della città: il centro storico, sfruttando l'asse di impianto storico nord-sud quale generatore; il vicino centro internazionale per l'infanzia Loris Malaguzzi; il Campus universitario del Complesso San Lazzaro.

Sulla base dell'analisi territoriale possono essere quindi messe in evidenza molteplici potenzialità legate allo sviluppo dell'area:

• rafforzamento del nodo logistico-infrastrutturale;

• caratteristiche fisiche dell'area e potenzialità edificatorie che consentono di assicurare una elevata flessibilità in ordine alle destinazioni d'uso;

• assicurazione di una forte vocazione a diventare luogo di eccellenza ad alto contenuto e valore simbolico per la città;

• occasione, nell'ambito di un meta-progetto condiviso, per procedere secondo fasi articolate, anticipando quelle realizzazioni che si riterranno opportune.

Nel Masterplan relativo all'ambito di riqualificazione urbana delle ex Officine Reggiane, tali potenzialità sono state articolate, con particolare riferimento a:

a) sistema della mobilità,

b) dotazioni territoriali e dotazioni ambientali;

c) destinazioni d'uso.

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Sistema della mobilità

Relativamente al sistema della mobilità, l'area è ubicata al centro di uno dei principali nodi logistici e di scambio intermodale. Si caratterizza come luogo privilegiato per l'accessibilità non solo urbana, ma anche di valenza territoriale.

Su di essa confluiscono le principali infrastrutture ferroviarie:

• la linea MI-BO con la relativa stazione ferroviaria;

• il sistema delle ferrovie minori (Reggio-Sassuolo; Reggio-Val d'Enza);

• la metropolitana di superficie verso Bagnolo, che connette l'area direttamente alla linea dell'alta velocità e relativa stazione medio-padana.

Il sistema infrastrutturale ferroviario è ulteriormente rafforzato dalla presenza del Centro di Interscambio per la Mobilità (CIM) che comprende un parcheggio scambiatore e la stazione delle autocorriere: nodo principale della città per la mobilità integrata tra mezzi privati - mezzi pubblici.

Dal piano dei servizi PSC 2009 — Le connessioni

Per quanto attiene la mobilità su gomma, un adeguato raccordo tra la viabilità locale e la vicina Via del Partigiano connette l'area direttamente al sistema delle tangenziali della città e al nuovo casello autostradale, determinando così un ulteriore punto di forza per il destino futuro dell'ambito. Nel prefigurare il futuro dell'area, il Masterplan focalizza l'attenzione sull'assetto viabilistico e sul sistema complessivo dell'accessibilità dell'area stessa, dei collegamenti e dei percorsi veicolari e ciclo-pedonali con l'immediato intorno e con il resto della città e del territorio, indirizzando verso una possibile soluzione delle relative problematiche, al fine di valorizzare il ruolo dell'area quale nodo strategico per la mobilità. In particolare negli elaborati del Masterplan si propongono soluzioni atte a risolvere i nodi infrastrutturali viari di connessione dell'area con la viabilità esistente locale e via dell'aeronautica e si prefigura la possibilità di superare la frattura costituita dalla linea ferroviaria storica, individuando le soluzioni idonee a creare un adeguato collegamento tra gli ambiti urbani a nord e a sud; approfondendo le ipotesi progettuali che consentono l'eliminazione dell'effetto "barriera" in modo tale da garantire la permeabilità tra le due zone.

Dotazioni territoriali e dotazioni ambientali

Per quanto attiene il sistema degli insediamenti e dei servizi, l'area delle Reggiane è adiacente al Centro Internazionale dell'infanzia, al polo di servizi dell'oratorio cittadino e della relativa area di trasformazione.

Le favorevoli condizioni infrastrutturali precedentemente descritte, facilitano le relazioni con i principali poli di servizi (pubblici e privati) collocati a nord della città:

• funzioni collocate nei pressi della stazione alta velocità;

• fiera;

• la città dello sport e del divertimento;

• l'area del "tribunale e del polo scolastico superiore";

• la nuova sede del campus universitario presso il Complesso San Lazzaro;

• l'offerta dei servizi presente nel centro storico.

Infatti, la posizione dell'area risulta strategica anche in riferimento al Sistema dei Servizi e del Verde dell'intero territorio comunale.

Il contesto urbano a nord della città, a stretto ridosso del centro storico è interessato da alcune aree produttive dimesse da recuperare e da zone che richiedono un forte investimento in riqualificazione urbana, sociale e ambientale, quali ad esempio: la zona Gardenia-Foro Boario- Consorzio Agrario—Mercato ortofrutticolo e zone adiacenti, l"Area ex Locatelli" che ospita il Centro Internazionale dell'infanzia, l'Area Ex Gallinari, Via Flavio Gioia.

La trasformazione dell'area in oggetto può costituire una rilevante occasione per incidere profondamente sull'assetto del tessuto urbano circostante con il quale si relaziona direttamente: il quartiere storico di Santa Croce, quello di Via Turri (a seguito di una adeguata soluzione della cesura costituita dalla linea ferroviaria) e il centro storico.

Nell'analisi svolta sul comparto urbanistico si sono individuate le dotazioni di servizi e spazi pubblici, le quote di aree verdi e di parcheggi, in considerazione della dotazione già presente in zona; con particolare attenzione al tema del verde, e dei parcheggi in relazione anche alla presenza del C.I.M. (Centro di Interscambio per la Mobilità).

Destinazioni d'uso

La principale caratterizzazione, il cuore dell'intervento, dovrà essere costituito da una serie di funzioni tipiche del terziario avanzato, per lo sviluppo delle nuove tecnologie, dell'innovazione nell'industria e nelle aree dell'ambiente e dell'energia, dei servizi finanziari, della riorganizzazione della pubblica amministrazione, della comunicazione, del marketing e dei sistemi qualità, a cui affiancare significative attività pubbliche come quelle sopra indicate.

Uno degli scopi di tale insieme di funzioni infatti potrà essere quello di mettere in valore la storia della meccanica avanzata del territorio reggiano, contribuire a qualificare il sistema produttivo e dei servizi, promuovendo ricerca, innovazione e formazione, spin-off e start-up delle imprese e trasferimento tecnologico, in particolare negli ambiti di eccellenza del territorio.

Il Masterplan è sostanzialmente servito anche a verificare la fattibilità per Reggio Emilia di una operazione di questa portata, accertando le forme amministrative e giuridiche più idonee per attuare l'iniziativa, verificando le compatibilità economiche, l'interesse del sistema territoriale e di eventuali investitori esterni, delle varie istituzioni pubbliche e private, della Regione e dell'Università. Quest'ultima serie di valutazioni, sebbene avviate con il masterplan, sono ancora in itinere e troveranno probabilmente piena risposta solo alla conclusione del percorso di pianificazione e progettazione in atto.

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IL PROGETTO ESECUTIVO

Le premesse del progetto definitivo.

L'attenzione collettiva suscitata da una nuova stagione urbanistica, dal processo di riqualificazione della città storica e all'individuazione di poli di eccellenza attraverso il nuovo PSC, conferma una politica di attenzione verso la città che attraverso la riproposizione di luoghi, architetture e memoria, rigenerano attitudini, espressioni e articolazioni per una nuova comunità. Le "Officine Reggiane" incarnano, forse più di tutti, quel processo culturale, storico e sociale in grado accompagnare, con senso di appartenenza e riconoscibilità, qualsiasi azione progettuale verso processi di riqualificazione identitaria, valorizzazione dei caratteri figurativi e riformazione di capisaldi urbani. Testimonianza fisica di esperienze molteplici, simbolo di aspettative, luogo di timori e speranze, le Reggiane sono una città nella città: nella complessità funzionale, nella relatività morfologica, nella qualità degli spazi aperti, nella opportunità degli spazi coperti.

Degrado o Memoria?

Recuperare architettura industriale significa stabilire un rapporto con la conoscenza dei significati. Ricerca e indagine diventano lo strumento per l'individuazione delle possibili trasformazioni future interpretando la rovina come un cantiere, come un edifico che nel suo deterioramento rivela le proprie regole compositive e costruttive. Dei luoghi e degli edifici dell'architettura industriale sono parte fondamentale i rumori delle lavorazioni, gli odori, le macchine, i residui di lavorazione e le persone. Il degrado più significativo delle Reggiane è il silenzio.

Precludersi la possibilità di guardare oltre all'ambito del manufatto può essere limitativo perché spesso la conoscenza di spazi e strutture architettoniche legate a momenti di non lavoro, o al tempo libero, può completare e chiarire considerevolmente la comprensione degli spazi di lavoro. L'ambiente ha influenza sul comportamento del singolo, secondo regole ben note del campo dell'operatività e dell'ergonomia. Ma non basta. Non è solo l'ordine, il minimalismo, il grado di luminosità e la negazione dell'apatia seriale che risulta positiva alla resa operativa. Vi è un livello superiore, di micropaesaggio, che è la "resa architettonica dell'insieme". Il senso di appartenenza che si produce nella filosofia comportamentale dell'architettura è quello di favorire che ogni cosa recuperata mantenga in se questa qualità misteriosa.

Il degrado in cui versano le officine reggiane si potrebbe definire teatrale in quanto è dovuto all'assenza della componente dinamica del luogo (produzione – operaio) facilmente sostituibili con altrettante componenti dinamiche (ricerca – studenti).

La memoria delle officine reggiane è la componetene statica, la scena di quel teatro fatto di volumi, prospettive, binari, macchine e muri usurati dal tempo, dalla fatica e dal lavoro. Modificare la scena è sinonimo di modificazione della memoria, quindi della realtà.

Obbiettivi

Ciò detto si ritiene opportuno agire mediante l'esclusione di interventi invasivi e irreversibili che potrebbero compromettere irrimediabilmente l'autenticità dei luoghi, il carattere strutturale, la semplicità / complessità costruttiva, la natura dello spazio, la percezione visiva e la complementarietà ad un sistema organizzato morfologicamente e figurativamente. La proposta progettuale mira all'inserimento di nuove funzioni complesse mediante la collocazione di volumi modulari, flessibili, indipendenti energeticamente, ecologici e caratterizzanti in uno spazio / volume libero e filologicamente recuperato.

Oltre alla ristrutturazione dell'edificio industriale ex Reparto Sbavatura - Fonderia, all'interno del lotto di intervento è prevista:

1. sistemazione degli spazi sociali e di relazione / percorrenza:

Il progetto del Polo Tecnologico si innesta sulla maglia ortogonale dell'area delle Reggiane, prevedendo la valorizzazione di due percorsi principali: il primo che si articola lungo il confine ovest del comparto e segue il tracciato del carroponte e il secondo, perpendicolare al primo, che collega l'ambito con il Centro Internazionale dell'Infanzia. Il progetto definisce chiaramente uno spazio pubblico addizionale ricavato all'interno del capannone come un continuum dello spazio fisico della futura piazza antistante integrando, nella sostanza il macrosistema della città con il macrosistema dei laboratori. I percorsi ottempereranno alle prescrizioni normative in materia di abbattimento delle barriere architettoniche e consentiranno installazioni e allestimenti temporanei di padiglioni e impianti per la ricerca. Nello stesso ambito si propone la collocazione di una torre in tubi innocenti o strutture similari per il posizionamento corretto del fotovoltaico o di ulteriori campionature di materiali oggetto di ricerca. Tale torre, oltre a ripristinare il simbolo verticale dell'acquedotto delle reggiane (demolito per far posto al C.I.M.), potrà diventare un interessante punto di osservazione della città;

2. sistemazione delle aree di pertinenza del capannone

La riqualificazione delle aree circostanti prevede la realizzazione di spazi di relazione e percorrenza integrati ad un sistema di matrici verdi in grado di avvicinare i vari capisaldi presenti (Stazione FFSS, Centro Internazionale dell'Infanzia, Tecnopoli, Aeroporto, Quartiere S. Croce) e costruire possibili sinergie con il futuro intervento delle ex officine Reggiane all'interno della quale si colloca l'intervento il tutto attraverso un'attenta valutazione della morfologia storica.

3. realizzazione all'interno dell'area di pertinenza del capannone di 8 posti auto P1 di pertinenza della parte dell'edificio industriale ex reparto sbavatura

Allo scopo di incentivare l'integrazione reale dei vari sistemi serventi - serviti del luogo si ricavano i posti auto P1 nel Centro di Interscambio della Mobilità. Restano disponibili solo posti auto in prossimità per carico scarico e disabili il tutto secondo la normativa urbanistica vigente.

4. individuazione del raccordo connettivo con il Centro Internazionale dell'Infanzia:

tale connessione avviene attraverso la demolizione del muro di cinta (realizzato negli anni Ottanta) che favorisce una percezione diretta ed estroversa sottolineata da percorsi e filari di pioppo.

5. realizzazione di percorsi e accessi carrabili per i mezzi diretti al Capannone 19:

Auspicando in una pressoché totale assenza di percorsi carrabili promiscui all'interno dell'area delle Reggiane (solo mezzi elettrici, carico scarico e disabili) si propone quanto al punto 3.

6. realizzazione di percorsi ciclabili e pedonali collegati ai tragitti esistenti e capace di garantire gli accessi a tutte le funzioni previste:

Le nuove connessioni (piazze/boulevard) definiranno nuove gerarchie e soglie tra le componenti principali rigenerate (Centro Storico, Università e Campus S. Lazzaro, Parco del Rodano, viali urbani e servizi alla mobilità, fitta rete di percorsi ciclabili e pedonali) e le rifunzionalizzazioni previste sul territorio (Centro internazionale per l'infanzia, Villa ex OMI Reggiane, CIM_piazza Europa, laboratorio per la creatività e Tecnopolo)

L'individuazione di un progetto flessibile sia nello spazio che nel tempo che nelle opportunità tutela da un lato i possibili futuri fruitori del capannone industriale dismesso e dall'altro il valore oggettivo del fabbricato stesso. I fornitori sono:

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Il layout interno, così come la previsione della quantità di superficie assegnata ai vari soggetti, è passibile di variazioni in funzione dell'esito della condivisione delle soluzioni proposte da parte dei soggetti interessati. L'ipotesi perseguita comporta l'accorpamento dei principali servizi valutando le opportunità che questi offrono in termini di qualità relazionale e opportunità funzionale. Tutti i laboratori di ricerca hanno servizi comuni che si attestano sulla piazza centrale. Questa soluzione ottimizza l'uso degli spazi ed economizza le risorse rendendo la struttura flessibile anche in relazione a eventuali usi futuri diversi. Utilizzi extrauniversitari (sala conferenze al piano terra)

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FLESSIBILITÀ FUNZIONALE

La configurazione dell'edificio si presenta a pianta libera, impostato su una maglia strutturale con campate di circa 5 metri, con la possibilità di aumentare la superficie utile sfruttando il sormonto dei blocchi autoportanti. Lo schema di layout, rispettoso del rigore della scansione della struttura, è tuttavia libero dal punto di vista distributivo, organizzativo e temporale.

QUALITÀ RELAZIONALE

La definizione del progetto architettonico deriva da componenti eterogenee associate al territorio, ad aspetti di natura culturale attinenti ai valori che caratterizzano Reggio come centro di eccellenza comunitaria, alle funzioni che dovrà ospitare la nuova struttura riqualificata. Un esempio è l'influenza derivata dalle attività che si relazionano con l'area del capannone 19 ed in particolare con il vicino Centro Internazionale per l'Infanzia. Il tema della piazza è la visione di Reggio Emilia ed è la visione di Reggio-Children: creatività, educazione, formazione, cultura sono le origini del progetto definitivo che vede negli spazi di relazione il punto di partenza per lo sviluppo e la formazione. La piazza come luogo di relazione e genesi della cultura e quindi dello sviluppo, perciò della ricerca.

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VALORIZZAZIONE DELLA MEMORIA.

L'area delle ex Officine Reggiane rappresenta per la città di Reggio un luogo della memoria, un luogo della testimonianza di processi produttivi recentemente conclusi che hanno rappresentato per decenni uno degli elementi di valore della città di Reggio a livello internazionale, nell'ambito della meccanica. Il capannone 19 ex reparto sbavatura, costituisce una delle tante tracce archeologiche attraverso le quali questi processi produttivi si sono attuati. La fabbrica come luogo di produzione diventa una fabbrica di produzione di cultura e di ricerca, conservando alcune caratteristiche della vecchia struttura. L'archeologia industriale non solo come recupero della mera struttura architettonica, ma come contenitore che prosegue ideologicamente il vecchio processo produttivo connesso alle ex officine reggiane all'interno delle nuove "produzioni" della ricerca universitaria.

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STATO ATTUALE

L'area in oggetto e l'edificio si presentano in uno stato di degrado e abbandono in cui sono presenti diversi trovanti eterogenei di natura edilizia e meccanica, derivati di processo industriale oltre ad una vegetazione spontanea concentrata sul perimetro dell'edificio. Ad ovest l'area è chiusa dal confinante parcheggio C.I.M. con un muro di altezza di circa 3 ml mentre sui restanti lati il limite non è definito da recinzioni m,a dalle aree contigue degli altri capannoni. Sull'area sono ancora presenti i binari del carroponte. Il capannone 19 è costituito da una tipologia basilicale con una lunghezza di 75,5 ml e largo 30 ml per un'altezza massima di 15 ml. La "basilica" si compone di una "navata centrale" di altezza 15 ml descritta da pilastri reticolari in acciaio (che reggevano un carroponte) e da due "transetti opposti" di altezza massima di 8 ml. L'edificio è composto da un portale tipo in acciaio a travi reticolari disposto ad interassi di 5 ml per un totale di 15 campate. Il portale è ancorato su murature laterali costituite a mattoni pieni a due teste per il tamponamento e a tre teste per le lesene di irrigidimento corrispondenti ai portali. Le due facciate nord e sud sono formate da murature a mattoni pieni di due teste fino all'altezza di 8,20 ml mentre il timpano è costituito da un tamponamento a tavelle di spessore 15 cm. Il manto di copertura in lastre di fibrocemento (eternit) è sostenuto da orditure secondarie in acciaio. I serramenti esistenti sono costituiti da portoni in legno di scarsa qualità costruttiva, da porte in ferro e finestre a nastro disposte su due livelli a tutto tondo di circa 2,20 ml di altezza. Sui paramenti in mattoni sono presenti varie finestrature svasate di 2,00 x 2,00 ml di cui alcune tamponate.

La pavimentazione interna è formata da una corsia centrale in calcestruzzo e da lati in terra, pietrisco e muretti di contenimento. I basamenti delle fondazioni della muratura e dei pilastri in ferro non presentano cedimenti evidenti a vista. Sono presenti ancora i binari di accesso e interscambio tra interno ed esterno dei carrelli per il trasporto delle terre di fonderia. Diversi sono gli attrezzamenti meccanici presenti all'interno che costituivano supporto alle lavorazioni. Sul lato ovest, a ridosso della murature esistente, sono presenti numerosi manufatti realizzati con tecniche miste (mattoni e ferro) per fare fronte a esigenze funzionali di contenimento di terre e altri materiali necessari ai processi di fusione.

IL PROGETTO

Interventi propedeutici

Le fasi di scavo verranno eseguite coma da piano di bonifica predisposto dall'Amministrazione comunale pertanto l'area oggetto di intervento verrà consegnata con scavi eseguiti.

CONSOLIDAMENTO STRUTTURALE

Per quanto già specificato in precedenza le opere di consolidamento e restauro verranno eseguite mediante un attenta valutazione dei trovanti e delle tracce esistenti prevedendo demolizioni controllate e di elementi incongrui. La parte di consolidamento strutturale avverrà mediante un propedeutica campagna di saggi non invasivi sulle strutture esistenti in grado si rilevare con maggiore precisione lo stato di strutture in ferro e muratura allo scopo di individuare interventi non generalizzati ma mirati. In fase definitiva, tuttavia si ritengono necessarie le seguenti operazioni:

- collegamento delle murature con sottofondazioni e cordoli mediante scavi in sezione e getti in opera anche collaboranti.

- Irrigidimento e controventatura delle strutture metalliche mediante tiranti e /o puntoni in acciaio

- Irrigidimento della struttura muraria, dove necessario, con contropareti in cls armato

- ricostruzione parziale delle lesioni o del cordolo in mattoni di appoggio dei portali con eventuali interventi di consolidamento mediante adesivo epossidico strutturale extrafluido privo di solventi per iniezione in cavillature, fessure, lesioni

- eventuale sostituzione di fazzoletti, barre, strutture secondarie di natura ferrosa

RESTAURO

I criteri di demolizione prevedono, infatti, l'eliminazione delle sole superfetazioni murarie, dei cavidotti e della impiantistica obsoleta. Verranno riaperte alcune finestrature tamponate per conferire maggior equilibrio alle facciate e rispondere al meglio alle specifiche esigenze funzionali interne. Tutto il manto di copertura verrà rimosso attraverso bonifica e smaltimento dell'amianto salvaguardando e conservando, ove possibile, la struttura metallica originaria. Nell'area verrà demolito il muro di confine posto verso il C.I.M. per ripristinare la percezione, anche storica, dello spazio aperto che ha caratterizzato l'ambito a sud del Capannone 19 fino alla fine degli anni 80.

In seguito verranno eseguite opere di consolidamento alle fondazioni mediante una platea collaborante di doppio strato quota fondazione e quota pavimento. Le attività di scavo saranno ridotte, pertanto, al piano di posa delle fondazioni esistenti identificato (vedi relazione geologica e geotecnica). Verrà adottato un intervento di deumidificazione a mezzo barriera orizzontale, dopo idonea preparazione del supporto, mediante iniezioni a bassa pressione 0,2-0,5 MPa eseguite con speciale pompa, di formulati a base di silani e silossani miscelati in ambienti minerali dearomatizzati od acquosi. Successivamente si procederà alla pulizia dei paramenti murari sia esterni che interni con spazzole, raschietti e se necessario con sabbiature. Una volta eliminato l'intonaco inconsistente e incoerente verranno eseguiti lavaggi antisale ed eseguita stuccatura dei giunti. In seguito verrà eseguita una velatura di stabilizzazione in accompagnamento alle residuali superfici intonacate.

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Le parti metalliche verranno microsabbiate per poi ricevere un trattamento superficiale stabilizzate con oli tipo "ovatrol" o similare. I serramenti esterni verranno sostituiti con analoghi telai ferro – finestra in acciaio di spessore sottile con guarnizione di battuta e vetrocamera. Un intervento particolare di restauro verrà dedicato al graffito eseguito dall'artista "Blu" nel 2009 presente sia sulla facciata nord che sud. Il manto di copertura in fibra di cemento amianto verrà sostituito con una copertura coibentata in metallo che per mezzo di lucernari integrati consentiranno l'illuminazione e l'areazione diretta dei locali e dell'open space ai sensi della normativa igienico sanitaria vigente.

GLI SPAZI ESTERNI

Lo spazio esterno verrà riqualificato mediante l'abbattimento del muro sul lato ovest introducendo percorsi pedonali, aree verdi attrezzate e un percorso di servizio per l'accesso dei mezzi al tecnopolo per le azioni di carico – scarico. Tale spazio è caratterizzato dalla realizzazione di nuovi volumi di servizio (casematte) in cui verranno riportati tutte le funzioni di stoccaggio degli impianti e dei materiali necessari alo svolgimento delle ricerche. I parcheggi di pertinenza si ritiene possano essere individuati all'interno del C.I.M. tuttavia ne saranno identificati 8 nell'area in prossimità alle casematte.I percorsi pedonali saranno realizzati in conglomerato bituminoso semichiuso finito ad emulsione e sabbia mentre le aree verdi verranno trattate a prato con l'inserimento di filari di populus nigra variante italica unitamente a spazi di seduta. L'impianto di illuminazione pubblica prevede l'inserimento di pali di altezza disposti sui percorsi principali.

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IL PROGETTO E LA SUDDIVISIONE DEGLI SPAZI

Il capannone 19 è un grande copertura le cui caratteristiche figurative e tipologiche trovano espressione proprio nella forma dello spazio vuoto e circoscritto da una sequenza costante e ritmica di portali in acciaio.

Il modello strutturale dell'edificio evidenzia un comportamento alle azioni sismiche stereometrico ed elastico per la presenza di strutture metalliche simmetriche e seriali. Ogni tipo di compartimentazione articolata della struttura comporta evidenti scompensi alle deformazioni per effetto delle sollecitazioni dinamiche che implicherebbero la necessaria demolizione e ricostruzione di alcune parti strutturali.

Scopo del progetto è quello di conseguire un miglioramento sismico delle strutture dell'edificio rendendo indipendenti le azioni derivanti dalle strutture originali con quelle nuove delle suddivisioni degli spazi. Alcune parziali demolizioni murature in appoggio dei forni) riporteranno lo spazio ad uno stadio iniziale in cui sarà possibile rileggere il ruolo stereometrico delle strutture e dell'architettura nel suo complesso.

Tutto ciò considerato è stato individuata una modalità di suddivisione degli spazi interni mediante l'utilizzo giustapposto di moduli autoportanti in legno. Il sistema è composto da pannelli lamellari di legno massiccio a strati incrociati opportunamente accoppiato a pareti coibentate in cartongesso (nelle parti interne).

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La scelta progettuale, oltre ad istituire un rapporto di reversibilità con la struttura esistente, permette di rendere sostenibile il fabbisogno energetico e offrire un elevato comfort microindoor per le specifiche e svariate attività laboratoriali.

I box vengono fissati ad una pavimentazione di tipo industriale in c.a. con finitura al quarzo opportunamente disgiunta per eliminare la trasmissione di vibrazioni. In tali giunti sarà possibile implementare cavidotti e sottoservizi. I box sono disposti su tre livelli: piano terra, primo e secondo alla quota rispettiva di +29,99, + 34,19 ml e di + 37,69 ml. I box prefabbricati hanno un interasse costante di circa 5 ml con lunghezze variabili da 16,35 a 6,60 ml costruendo ambienti di varia metratura. La conformazione della struttura a sandwich con il rivestimento in cartongesso permette di configurare ogni laboratorio con specifiche prestazioni in termini di resistenza al fuoco (REI 60), trasmissione di rumore, vibrazioni, onde elettromagnetiche, odori, luce, e altre specifiche interferenze. Con la medesima tecnologia vengono suddivisi altri spazi di accoglienza / ufficio e una sala conferenze.

In altre parole i nuovi manufatti di suddivisione e distribuzione formano un edificio nell'edificio la cui articolazione è subordinata alla spazialità del Capannone originale evitando soluzioni di contatto, mimesi o interferenza.

La mancanza di un layout definitivo dell'assetto dei laboratori non consente un ulteriore approfondimento degli aspetti di cui sopra che potranno essere oggetto di maggiore definizione durante le fasi di cantiere.

PIANO TERRA

La demolizione delle strutture esterne incongrue permette all'edificio di ristabilire un equilibrio tipologico anche con gli spazi esterni. La necessità, tuttavia, di collocare numerosi spazi di servizio come spogliatoi, servizi igienici, locali tecnici, locali di deposito, ecc. viene risolta attraverso la ricostruzione di superfetazioni esterne che per coerenza vengono "staccate" dall'edificio originale mediante un disimpegno.

L' accesso al tecnopolo viene realizzato attraverso la demolizione di tamponamenti posti ad ovest in prossimità dell'accentuazione volumetrica della copertura dell'edificio che viene invece conservata in tutta la sua articolazione di pieni e di vuoti. Su tale apertura è collocata una bussola in vetro che introduce all'ingresso. Un ufficio amministrativo con funzione di portineria (D1,D2) (3 operatori) si affaccia all'ingresso succitato unitamente ad un foyer coffe break a servizio delle sale riunioni e dei laboratori.

Dalla navata centrale, dove è possibile scorgere la totalità volumetrica dell'edificio, l'open space distribuisce a sud l'accesso ai laboratori Eneltec e Intermec segnalato da una torre ascensore; i laboratori A1, A2, A3, A4, A5, A6, A7 sono dedicati a operazioni elettromeccaniche / meccatroniche mentre i laboratori B1, B2, B3, gestiti da Biogest, saranno dedicati alla Cromatografia e al Laboratorio Difesa e Protezione. Tali spazi sono frequentati da 3/6 addetti per laboratorio con frequenza di 4/5 ore giornaliere. La sala riunioni, configurabile con assetti variabili per 99 / 75 / 30 posti, fanno parte dei servizi comuni gestiti dal Portele della Rete collocato nell'ufficio portineria, negli uffici di start up e spin off posti sul lato sud dell'open space (uffici D3, D5, D6, D8 per piccole operazioni di segreteria, assistenza e consulenza) alternati a spazi di accoglienza (D4 e D7 per brevi incontri). Questi ultimi sono definiti da box legno - vetro illuminati zenitalmente dai lucernari della copertura. Sempre al piano terra si trovano i laboratori del C.R.P.A.: foraggi e caseificazione (C1, C2, C3) in cui sono integrati spogliatoi per 2/3 addetti.

PIANO PRIMO

Al piano primo troviamo ad ovest gli uffici del Portale della R.E.T.E. (D9, D10, D11) ricavati dal recupero e dall'ampliamento di un solaio esistente sull'ingresso principale. Tali uffici, oltre ad affacciarsi sulla piazza esterna, godono di una vista interna sulla navata centrale e contano 2 operatori per ufficio; collegata al medesimo corpo scala, ma questa volta verso sud, troviamo una superficie espositiva di circa 82 mq ricavata attraverso la copertura degli uffici R.E.I. del piano terra. Dai corpi di risalita si accede ai laboratori / ufficio che giustapposti rispetto i box del piano terra creano terrazzamenti open space, sbalzi e percorsi. (A9, A10, A12, A13, A 14 elaborazione dati / uffici Eneltec e Intermec 3/6 operatori, frequenza massima 4/6 ore) , (B4, B5 Biogest – Genotyping 2/4 operatori, frequenza massima 4/6 ore) , (C4, C5, C6 – CRPA 3/5 operatori, frequenza massima 4/6 ore)

PIANO SECONDO

Il secondo piano, raggiungibile solo dalle risalite dei laboratori, dispone uffici e piccole terrazze. Sono presenti i dipartimenti - ufficio di Eneltec e Intermec (A15, A16, A17, A18, A19), di Biogest (B6,B7,B8) e CRPA (C7,C8,C9).

Gli spazi sono così suddivisi anche se per le evidenze costruttive e le specificità degli impianti e dei layout funzionali potranno subire delle ottimizzazioni nel progetto esecutivo.

USO DEGLI AMBIENTI, RAPPORTI ILLUMINANTI E AREANTI, AFFOLLAMENTO

Il restauro di edifici industriali apre inevitabilmente nuove questioni e frontiere sulla necessità di individuare nuove metodologie di valutazione del microclima indoor e della qualità degli spazi di lavoro e/o tempo libero.

Il capannone a basilica, tipico di un processo industriale lineare caratterizzante tutto l'inizio del secolo scorso, non si coniuga con le esigenze di sostenibilità energetiche viste le dimensioni e le nuove funzioni in cui sempre più spesso tali edifici sono chiamati a espletare. Offrire spazi confortevoli nel rispetto del quadro normativo vigente e cosa sempre più ardua motivo per cui il progetto in questione è stato oggetto di diverse valutazioni preliminari con gli enti competenti (Vigili del Fuoco, ARPA, AUSL, Soprintendenza ai B.B.A.A.) a fronte di una migliore consapevolezza di progettisti, committenti ed enti preposti per la valutazione e l'emissione dei pareri di competenza. Dai diversi incontri è emersa la necessità di salvaguardare l'edificio e al sua integrità evitando di mettere in contatto diretto i box con la struttura esistente oltre a garantire un grado di illuminazione e areazione diretta congruo con le funzioni di ogni singolo spazio. Il progetto costruisce una risposta mirata ad ogni preposizione favorendo sia l'indipendenza delle strutture a box con l'architettura esistente nel rispetto delle esigenze aereo illuminanti di ogni spazio. La tecnologia adottata di raffrescamento e riscaldamento ad aria permette, inoltre, di completare e incrementare il ricambio d'aria. In un quadro di tutela da parte della Soprintendenza ai B.B. A.A. sia del fabbricato che degli ambiti circostanti (oltre a tutta l'area delle Reggiane) si prevede ai sensi dell'articolo xx delle N.T.A. la formalizzazione di spazi adibiti sostanzialmente alle seguenti funzioni:

LABORATORI DI RICERCA E STUDIO: attività di ricerca mediante l'utilizzo di attrezzature specifiche, banchi di lavoro, simulatori, ecc. La presenza media di operatori è dell'ordine di 4 -7 operatori per 4 – 5 ore giorno non consecutive.

UFFICI / LABORATORIO: elaborazione dati delle prove e delle misurazioni effettuate prevalentemente al piano terra. Possono occasionalmente integrarsi funzioni dipartimentali con funzioni di ufficio. La presenza media di operatori è dell'ordine di 3 -5 operatori per 4 – 5 ore giorno non consecutive.

UFFICI / DIPARTIMENTI: attività di ufficio, coordinamento e gestione delle ricerche e del personale. La presenza media è di 1/2 operatori per 6 ore.

UFFICI AD ATTIVITA' TEMPORANEA: sono uffici di cui al punto precedente ma con frequenza occasionale dovuta alla tipologia di funzione specifica di start up e spin off.

SALA RIUNIONI: suddividibile in 3 sezioni la sala presenta caratteristiche di oscurabilità e conta di 3 uscite di sicurezza. A disposizione di tutti i ricercatori presenti verrà gestita dal Portale della Rete R.E.I.

GALLERIE: sono il risultato spaziale tra il rapporto della nuova architettura con il vecchio capannone. Tale rapporto consente al piano terra di illuminare e areare direttamente tutti i laboratori mentre alk piano primo di ricavare uno spazio espositivo attraverso l'uso dei lucernari.

OPEN SPACE: è la grande piazza coperta che prende vita grazie al fronte articolato dei laboratori che affacciandosi ripetutamente su tale spazio lo identificano come una vera micro città della conoscenza. Una sequenza in continuo mutamento di prospettive in cui il capannone 19 svolge il ruolo primario di scena, come in un teatro in cui l'osservatore e il fruitore sono assoluti protagonisti. Lo spazio collega tutti gli accessi dei laboratori e dei servizi.

LOCALI DI SERVIZIO E SUPPORTO: fondamentali per il corretto funzionamento della attività sono stati ricavati all'esterno sfruttando superfetazioni consolidate e nuovi volumi. Accolgono funzioni complementari ai laboratori come depositi, attività rumorose e/o con presenza di materiali speciali, servizi igienici, spogliatoi, archivi e sale server.

LOCALI TECNICI: parallelamente ai locali di servizio svolgono la funzione di supporto e locazione dell'impiantistica

Tenuto conto dei dati forniti dagli enti si stima che nell'edificio sono presenti mediamente e contemporaneamente 45 persone / giorno tenendo conto della variabilità e della contemporaneità dell'utilizzo dei laboratori. È evidente che l'utilizzo temporaneo degli spazi della sala riunioni, dell'open space per eventi e manifestazioni espositive o dimostrative possono aumentare il grado di affollamento per il quale tuttavia sono state disposte adeguate uscite di sicurezza e dotazioni di servizi.

L'illuminazione e l'areazione degli spazi avviene attraverso la diretta esposizione. Al piano terra i laboratori A1,A2,A3,A4,A5,A6,A7,B1,B2,B3,C1,C2,C3, posti sul fronte est ricevono luce e aria da una galleria esterna ricavata dall'eliminazione dei serramenti del capannone 19. Opportunamente coibentati e protetti i box si affacciano su tale spazio oltre a dotarsi di un lucernaio che si attesta sulla falda est. Stessa modalità è utilizzata per gli uffici e gli spazi di accoglienza D3,D4,D5,D6,D7,D8, che ricevono luce direttamente dai lucernai posti sulla falda ovest mentre per gli uffici D1,D2 posti all'ingresso l'aereo illuminazione è garantita dalla conformazione della bussola in vetro.

Anche i locali di servizio posti sulla facciata ovest sono illuminati ed areati da lucernai integrati nella copertura.

Al piano primo un grande lucernaio a nastro sul fronte est permette la totale illuminazione e areazione diretta degli uffici laboratorio ad est. Gli uffici D9, D10 sono direttamente affacciati sull'esterno.

Al piano secondo gli uffici ottengono areazione diretta dai lucernai e incrementano l'illuminazione mediante una finestra posta in asse con il sistema di finestre a nastro del capannone 19.

I serramenti che contribuiscono all'ottenimento dei parametri di aereo illuminazione sono porte e finestre ad anta vetrate o lucernai vetrati con apertura a vasistas pertanto con calcolo dell' areazione ridotta del 50%.

 

segue -----> Nasce il Tecnopolo, centro di ricerca per le imprese

 

A sottoscrivere il documento sono stati il sindaco di Reggio Graziano Delrio e l’assessore ad Attività produttive e Sviluppo sostenibile della Regione Emilia Romagna Gian Carlo Muzzarelli, alla presenza di Pierluigi Saccardi, vicepresidente della Provincia, del pro-rettore dell’Università di Modena e Reggio Luigi Grasselli, e dei responsabili dei quattro laboratori di ricerca che andranno a insediarsi nella nuova struttura: Eugenio Dragoni di Intermech-Mectron, Stefano Ossicini di En&Tech, Adelfo Magnavacchi di Crpa Lab e Nicola Pecchioni di Biogest – Siteia.

“Facciamo partire un progetto costruito insieme a tutto il territorio e lanciamo un segnale forte, che dimostra che se gli enti locali, l’Università e il mondo delle imprese fanno rete, si può vincere la sfida della crisi attraverso l’innovazione e la ricerca – ha detto il sindaco Delrio – Il sistema dei Tecnopoli regionali, in cui quello di Reggio è inserito, testimonia la volontà della Regione Emilia Romagna di voler stare al passo con le regioni europee più avanzate e di voler essere competitiva creando ricchezza per il territorio. Diamo così nuovo impulso all’economia della conoscenza, che già stiamo promuovendo attraverso la trasformazione in Irccs del Santa Maria Nuova, il Cento internazionale Malaguzzi e il sistema educativo di Reggio Children, il Centro di ricerca sulle Rinnovabili, il Parco della conoscenza”.

“I Tecnopoli – ha detto l’assessore regionale Muzzarelli – costituiscono uno stimolo non solo a fare ricerca e a innovare, ma a intrecciare sempre più la ricerca pura con quella di base e ad attivare sinergie e collaborazioni con il mondo imprenditoriale. La forza di questo progetto sta inoltre nel fatto che non abbiamo investito solo sulle strutture, cioè sui contenitori, ma anche sui contenuti perché i quattro laboratori e gruppi di ricerca che si insedieranno nel Tecnopolo di Reggio sono già tutti operativi e pronti a usufruire di sedi e strumentazioni adeguate”.

Il Tecnopolo nel parco della conoscenza La struttura che ospiterà il Tecnopolo, parte della rete regionale dei Tecnopoli dell’Emilia Romagna, è il secondo progetto individuato dai Gruppi di progetto per l’Area nord – costituiti in seguito agli Stati generali e alla presentazione del Masterplan sull’Area nord da parte del sindaco Delrio – dopo il completamento del Centro internazionale Loris Malaguzzi (con la realizzazione di Pause atelier dei sapori), a far parte del Parco della conoscenza, della creatività e dell’innovazione nell’Area nord e in particolare nella prioritaria rigenerazione urbana dell’area ex Reggiane. Nella proposta che emerge dai Gruppi di progetto sull’Area nord, si indica il Parco della conoscenza come sede di altri centri di ricerca e innovazione, che sviluppano le competenze distintive del sistema territoriale di Reggio Emilia: il centro Altervis sulle Energie rinnovabili di Iren (già attivo in altra sede); gli Atelier 0/99 del parco dei 100 linguaggi a potenziamento del Centro internazionale, i laboratori di Reggio Emilia innovazione (Rei) e nuove sedi di imprese in particolare per ciò che riguarda la ricerca e sviluppo.

La struttura e i contenuti del TecnopoloLa struttura del Tecnopolo di Reggio Emilia, che si va a realizzare, ospiterà quattro laboratori (ora attivati in altre sedi) di ricerca avanzata e per il trasferimento tecnologico alle imprese, tre dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ed uno di Crpa: Intermech-Mectron per la ricerca applicata e i servizi nel settore della Meccanica avanzata, della Meccatronica e della Motoristica, con sede a Reggio (Reggiane) e Modena (dipartimento di Ingegneria); En&Tech, per la ricerca Industriale e il trasferimento tecnologico nel settore delle tecnologie integrate per la sostenibilità in edilizia, la conversione efficiente dell’energia, l’efficienza energetica degli edifici, l’illuminazione e la domotica; Biogest Siteia, per miglioramento e la valorizzazione delle risorse biologiche agro-alimentari; Crpa-Lab, i laboratori del Centro di ricerca produzioni animali, piattaforma agro-alimentare, energetica e ambientale. Si tratta di ambiti con grandi potenzialità di sviluppo e che offriranno alle imprese locali nuove opportunità di crescita e di business. Nelle attività del Tecnopolo sono e saranno coinvolti 88 ricercatori, di cui 50 dedicati e di nuova assunzione, più diversi docenti universitari.

Investimenti

La struttura del Tecnopolo si svilupperà nel Blocco (capannone) 19 dell’area Reggiane, oggi proprietà del Comune di Reggio Emilia, a seguito dell’accordo del 2005 con Fantuzzi-Reggiane e alla redazione del Masterplan del 2007. Lo stabilimento (3.500 metri quadrati), costruito tra gli anni Venti e Trenta e vincolato dalla Sovrintendenza, necessita di ingenti opere di riqualificazione, restauro e funzionalizzazione per un investimento di 5,5 milioni di euro, di cui 3,1 a carico del Comune e 2,4 a carico della Regione Emilia Romagna.

L’investimento per i programmi di ricerca è pari a 10,6 milioni di euro, di cui 5,3 milioni da contributo europeo Por-Fesr.

Pru per l’Area Reggiane

Il Programma di rigenerazione urbana (Pru) del Comune di Reggio per l’area Reggiane, Programma che consente il recupero del comparto industriale ora dismesso, prevede: il documento di indirizzo definito nell’aprile scorso in occasione dell’approvazione del Piano strutturale comunale (Psc) del Comune di Reggio Emilia, il documento programmatico di qualità urbana in discussione nel settembre prossimo, l’atto di accordo entro il 2011 e l’adozione del Pru entro il 2012.

Fra le altre opere pubbliche funzionali alla creazione del Parco della conoscenza, il Centro culturale educativo nella villa Omi Reggiane (inizio dei lavori previsto entro il 2011) e la riqualificazione di piazzale Europa come piazza della conoscenza (progetto in corso di elaborazione).

segue -----> L'impresa esecutrice

 

La fascia di intervento negli anni ha abbracciato varie tipologie di costruzioni: dalla realizzazione di complessi di edilizia abitativa, a capannoni industriali, scuole, alberghi, caserme e mantenendo la propria specializzazione in lavori di alto rilievo nel campo delle ristrutturazioni e restauro di fabbricati. Con l’entrata nell’azienda nei primi anni ’80 anche dei figli, arch. Pietro e geom. Paolo l’impresa espande ulteriormente la propria attività diventando nel 1990 in Reale Mario S.r.l. che la porta nel periodo seguente a collaborare con molte amministrazioni per la realizzazione di Opere Pubbliche. Nell’anno 2001 l’azienda ottiene la certificazione SOA che sostituisce il certificato ANC che l’impresa aveva fin dal 1962 e nell’anno 2004 ottiene la Certificazione della Qualità UNI EN ISO 9001.